Legge Anticorruzione: novità modelli 231
19 feb 2019Legge Anticorruzione: novità modelli 231
NF 2/2019 - Legal
È in vigore dal 31 gennaio 2019 la cosiddetta “Legge Anticorruzione” (legge 9 gennaio 2019, n. 3, G.U. del 16 gennaio 2019).
Il provvedimento reca tra l’altro alcune rilevanti modifiche alla disciplina della responsabilità amministrativa delle società e degli enti, disciplinata dal D.Lgs. n. 231/2001, che impone un adeguamento dei modelli organizzativi esistenti.
Si sintetizzano di seguito gli interventi più rilevanti su questo fronte.
Reati presupposto
Nel catalogo dei reati che, se commessi da esponenti aziendali, possono dar luogo alla responsabilità dell’ente viene incluso anche il traffico di influenze illecite (art. 346-bis Cod. pen.).
Sanzioni interdittive
Vengono inasprite le sanzioni interdittive previste dall’articolo 9, comma 2 del D.Lgs. n. 231/2001 laddove le condotte illecite concretizzino il reato di concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità o corruzione.
In tali ipotesi le sanzioni interdittive, che in precedenza potevano arrivare a un anno, andranno da 4 a 7 anni se il reato è stato commesso da un soggetto apicale e da 2 a 4 anni se il reato è stato commesso da un soggetto sottoposto.
Benefici sanzionatori
Previsti sconti sulle sanzioni interdittive per i reati di concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità o corruzione (con riduzione a un termine compreso tra 3 mesi e 2 anni) nel caso in cui l’ente dimostri, prima della sentenza di primo grado, di essersi adoperato per evitare conseguenze ulteriori, per assicurare le prove dei reati e per l’individuazione dei responsabili, nonché per il sequestro delle somme o altre utilità trasferite, eliminando al contempo le carenze organizzative che hanno determinato il reato mediante l’adozione e l’attuazione di modelli organizzativi di prevenzione.
Perseguibilità
Viene introdotta la procedibilità d’ufficio per i reati di corruzione tra privati e di istigazione alla corruzione tra privati.
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Lo sapevate che...
… con lo studio n. 2/2019 Assonime ha approfondito il tema dell’adozione del sistema monistico di governance all’interno delle società quotate?
A distanza di 15 anni dalla riforma del diritto societario che lo ha introdotto nel nostro ordinamento, infatti, tale modello è stato utilizzato in poche occasioni, da parte di società bancarie e assicurative. Dopo aver ricostruito il quadro normativo, l’Associazione si concentra in particolare sull’ampia autonomia statutaria che tale modello lascia alle aziende, con possibilità quindi di adottare la struttura di governance alle specifiche esigenze dell’impresa.