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La sostenibilità come elemento imprescindibile per le imprese

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Le tematiche ESG (Ambientali, Sociali e relative alla Governance) sono ormai diventate sempre più cruciali all’interno dell’attuale contesto aziendale, attirando l'attenzione delle organizzazioni a livello globale.

In ambito europeo, il 16 dicembre 2022, sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea (GUUE), è stata pubblicata la Direttiva 2022/2464, nota come Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) con la quale la Commissione ha stabilito un nuovo quadro normativo che rende obbligatoria e sistematica la rendicontazione di sostenibilità. Tale obbligo si applica in modo progressivo alle grandi imprese quotate e non quotate, alle piccole e medie imprese quotate (ad eccezione delle microimprese), e alle imprese extra-UE con società controllata qualificabile come grande impresa, o PMI quotata, o con succursale che ha registrato un fatturato netto superiore a 40 milioni di euro nell'esercizio precedente.

La CSRD ha previsto l’introduzione degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), gli standard europei di rendicontazione redatti dall’ l'EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) e adottati tramite il regolamento delegato 2023/2772 del 31 luglio 2023. A questi, verranno affiancati anche gli standard di settore e quelli specifici per le PMI, la cui adozione è prevista a partire dalla seconda metà del 2024.

Tra le nuove sfide che le imprese dovranno affrontare rientra quella della doppia materialità, che richiede di considerare i temi ESG non solo in termini di impatto, ma anche considerando come i rischi e le opportunità associati possano influire sulle performance economico-finanziarie dell’organizzazione.

La direttiva, inoltre, assegna un ruolo più di rilievo all’intera catena del valore, chiedendo alle imprese di valutarne gli impatti, i rischi e le opportunità, attraverso un’attività di due diligence, e di rendicontare le informazioni sulle relazioni a monte e a valle dell’organizzazione, laddove siano identificati impatti significativi.

Al fine di garantire un’adeguata compliance normativa, le imprese saranno chiamate ad adottare un modello di business più flessibile, in grado di integrare la sostenibilità all’interno della propria struttura e nell’ambito dei processi aziendali e accogliere così nuovi approcci che potranno richiedere in taluni casi cambiamenti significativi. Esse, inoltre, dovranno concentrarsi non solo sulla rendicontazione delle informazioni in ambtio ESG ma anche sulla definizione e il monitoraggio di obiettivi concreti, volti a migliorare le proprie performance in termini di sostenibilità, secondo la prospettiva forward-looking. 

Di conseguenza, per valutare le prestazioni aziendali in ottica sostenibile, sarà essenziale implementare processi di monitoraggio, raccolta ed elaborazione dei dati relativi ai criteri ESG, senza i quali le imprese potrebbero non essere in grado di soddisfare tutti i requisiti dei nuovi standard di rendicontazione. Questo vale specialmente per coloro che hanno una supply chain complessa o che dipendono da fornitori esterni per la disponibilità delle informazioni.

La sostenibilità diventa così un elemento imprescindibile per le imprese, che dovranno adottare un approccio integrato alla sostenibilità che coinvolge l'intero modello di business. Ciò richiederà un cambiamento culturale e organizzativo, nonché l'acquisizione di nuove competenze e la formazione di personale altamente qualificato, nell’ambito di un vero e proprio Change Management. Le imprese si troveranno di fronte a una scelta strategica complessa, in una logica di make or buy: sviluppare internamente le competenze necessarie (attraverso la formazione, la riqualificazione e l'assunzione di nuovo personale), oppure acquisirle da fonti esterne, attraverso l'outsourcing o la collaborazione con partner specializzati. 

In tal senso, il team di Advisory di Grant Thornton è composto da professionisti esperti e qualificati che offrono consulenza alle imprese nell'ambito della sostenibilità. Grazie alla loro vasta conoscenza ed esperienza, il team è in grado di fornire un supporto strategico adeguato e personalizzato, aiutando le aziende nella transizione verso modelli di business sostenibili.

Per le grandi imprese quotate (già obbligate dalla 2014/95/UE alla redazione di una Dichiarazione non finanziaria) l’obbligo previsto dalla CSRD è già entrato in vigore a partire dal 1° gennaio 2024. Le prossime ad essere interessate, a partire dal 2025, saranno le grandi imprese non quotate che, secondo le nuove soglie dimensionali, modificate dalla Direttiva Delegata UE 2023/2775, sono quelle che superano almeno due dei seguenti limiti dimensionali:

  • 25 mln di euro di totale dello stato patrimoniale;
  • 50 mln di euro di ricavi netti delle vendite e delle prestazioni;
  • 250 dipendenti in media occupati durante l'esercizio.

Ogni azienda dovrà valutare attentamente la propria situazione e le proprie esigenze al fine di scegliere la soluzione più appropriata, per assicurarsi un vantaggio competitivo facendo della sostenibilità un elemento chiave della loro value proposition, come evidenziato da Gabriele Felici nella rubrica Il parere dell’esperto. La rilevanza di tali tematiche si riflette anche nell’ambito della finanza agevolata, dove sempre più risorse finanziarie sono messe a disposizione sia dall’Unione europea che dal governo italiano per promuovere iniziative ESG, come riportato nell’Approfondimento di Valerio Valla.

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