Giornata della Terra

La sostenibilità come strategia aziendale

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Proprio in vista della Giornata della Terra, le istituzioni Ue hanno trovato l’accordo tra sulla legge per il clima. L'intesa prevede il taglio delle emissioni al 2030 di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990 e il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Trattasi evidentemente di obiettivi ambiziosi, ma gli effetti dei cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti e ulteriori rinvii non sono più possibili.

L'Ue, quindi, conferma il suo impegno nell'ambito dell'Accordo di Parigi, che con tutta probabilità riceverà nuovo impulso dopo il summit dei leader mondiali convocato da Joe Biden in questi giorni.  Inutile dire che proprio dagli States ci si aspetta una brusca inversione di marcia rispetto alla posizione tenuta da Trump. 

I grandi della Terra – si ricorda che la Cina ha raggiunto il top di potenza energetica da fonti rinnovabili nel corso del 2020 – sono dunque compatti nell’imporre una svolta green all’economia. E, come le varie iniziative promosse anche dal Governo italiano testimoniano, sono pronti ad investire in modo significativo per favorire lo sviluppo e l’adozione di soluzioni più sostenibili (si pensi al bonus 110% o agli incentivi per la mobilità sostenibile introdotti dall’ultima Legge di Bilancio). 

Al tempo stesso, e nonostante la crisi economica causata dal COVID-19, è ormai in atto la strategia volta a penalizzare le aziende che non si adeguano a questo nuovo modo di concepire le risorse (si pensi, ad esempio, all’imminente introduzione della Plastic Tax, prevista per il prossimo 1° luglio).

Che tipo di impatto avrà questa rapida evoluzione sulle aziende?  Inutile dire che la strada è tracciata (per fortuna di tutti noi!) e sottovalutarne gli impatti sarebbe un azzardo, quale che sia il settore di appartenenza. 

L’unica risposta concreta è pensare il prima possibile a come trasformare il proprio business in un veicolo di sviluppo sostenibile, sfruttando le tante opportunità del momento e, soprattutto, facendo propri i concetti cardine della rivoluzione economica in corso.  È piuttosto chiaro che chi riuscirà a cogliere meglio le nuove opportunità sarà in grado di occupare una posizione di forza nei nuovi assetti economici che si vanno ridefinendo. 

Una riflessione sulle risorse: inutile dire che il costo della trasformazione è enorme e che i colossi della old economy più saggi riusciranno probabilmente a sopravvivere e prosperare anche nel nuovo contesto (si pensi a VW, che con investimenti miliardari punta a prendere la leadership del settore delle auto elettriche entro il 2025); ciò detto, le piccole-medie imprese italiane – tendenzialmente più leggere e flessibili dei competitor stranieri – hanno tutte le carte in regola per cogliere l’occasione.