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Riforma fiscale USA: un anno dopo

A dicembre 2017 il legislatore degli Stati Uniti ha promulgato il “Tax Cuts and Jobs Act” (TCJA), la più grande riforma fiscale da una generazione - risale infatti al 1986 l’ultima riforma di una simile portata. L’impatto sui ricavi societari e sui piani di investimento sono rilevanti e nuove opportunità stanno emergendo. Tuttavia, a un anno dalla sua approvazione al Congresso, la legge è ancora suscettibile di notevoli interpretazioni.

Una riforma fiscale di ampia portata

Sicuramente, il TCJA è una riforma rivoluzionaria e il suo impatto va oltre la gestione fiscale, interessando anche la pianificazione aziendale, le strutture operative e la concorrenza del mercato.

Il cambiamento più importante riguarda la riduzione dell’aliquota dell’imposta federale sulle società dal 35% al 21%. Sebbene questa imponente riduzione renda l’aliquota degli USA più competitiva, non è certo la più bassa all’interno del G7. Inoltre, il TCJA pone fine a una serie di esenzioni, il che potrebbe significare che il miglioramento non è così rilevante come il taglio del 14% lascia intendere.

Di ampia portata è sicuramente l’impegno di allineare il sistema fiscale internazionale degli USA a quello delle altre principali economie, passando a un sistema “quasi territoriale”, nel quale le imposte sono versate dove gli utili sono prodotti, applicando alcune misure di protezione per evitare gli abusi. Questo crea una situazione equa con i principali concorrenti internazionali.

Il TCJA ha dato alle società un’opportunità per rimpatriare i fondi detenuti all’estero senza assoggettarli a future imposte negli Stati Uniti (dopo il pagamento di una “tassa di transito”). Un ulteriore sgravio deriva dall’applicazione di una Participation Exemption ai dividendi distribuiti da controllate estere. Questa è sicuramente un ulteriore passo verso un sistema fiscale sempre più allineato a livello internazionale, tuttavia la quota di partecipazione minima, pari al 10%, è nettamente inferiore rispetto allo standard (25%).

Global Intangible Low-Taxed Income (GILTI)

Il principale contrappeso del sistema territoriale è il GILTI, che rappresenta un provvedimento per impedire alle società di traslare i profitti sui redditi mobili (es. pagamento di royalties) in Paesi a tassazione ridotta, imponendo una base fiscale pari al 13,125% sulle imposte corrisposte al di fuori degli Stati Uniti.

Il concetto di una tassazione minima può anche essere ritrovato nella Base Erosion Anti-Abuse Tax (BEAT), che è volta a dissuadere le società dall’effettuare eccessivi pagamenti deducibili alle proprie associate estere. La BEAT ha significative implicazioni sui prezzi di trasferimento, aumentando il rischio di doppia imposizione per via della mancanza di un credito per le imposte versate fuori dagli Stati Uniti su tali pagamenti.

Gli obiettivi sono stati raggiunti?

Oltre a semplificare il sistema fiscale, l’obiettivo del TCJA è quello di far crescere l’economia degli USA e incoraggiare la creazione di posti di lavoro ben retribuiti.

Per quanto riguarda la semplificazione del sistema fiscale, i risultati evidenti sono molto pochi. Infatti, ulteriori zone grigie e calcoli a più fasi si aggiungono, imponendo una serie di normative molto complesse, a un insieme di leggi fiscali già di per sé complesso.

D’altra parte, ci sono stati risultati positivi sull’economia, ma in questo stadio è difficile determinare con certezza quanto di questo miglioramento sia dovuto ai tagli fiscali e se esso sia sostenibile. Quello che è certo è che tagli fiscali pari a $1,5 trilioni danno alle imprese statunitensi un notevole vantaggio rispetto alle multinazionali di altri Paesi.

Come cogliere le potenziali opportunità

Possiamo affermare che ci sono quattro modi per affrontare i cambiamenti:

Aggiornare il proprio modello fiscale:

La struttura fiscale delle entità, dei prezzi di trasferimento e dei cost-sharing arrangement probabilmente riflette un sistema che adesso è stato superato. È importante valutare se la struttura operativa di un’impresa è ancora efficiente da un punto di vista fiscale, se oggi è possibile ottenere gli stessi benefici ottenibili in passato e come poter aggiornare le strutture e gli accordi lungo la supply chain.

Rivalutare la struttura del capitale:

Stiamo già assistendo a una maggiore propensione a impiegare capitali negli Stati Uniti in cerca di maggiori rendimenti. Il rovescio della medaglia consiste nella rivalutazione dell’uso del debito alla luce dei limiti alla deducibilità dei tassi di interesse. Con riguardo al private equity, il trattamento di alcune strutture che ricorrono alla leva finanziaria potrebbe essere potenzialmente meno favorevole rispetto a prima.

Inoltre, mentre prima era una pratica diffusa chiedere un finanziamento negli USA e concedere tali risorse in prestito al resto del gruppo, i più rigidi criteri di deducibilità potrebbero rendere più sensato l’accesso al credito al di fuori degli USA.

Far sentire la propria voce:

Dal momento che la maggior parte delle difficoltà sta nei dettagli, è importante capire cosa implicano concretamente per la propria impresa le interpretazioni della legislazione proposte e intervenire nella fase di consultazione, esprimendo il proprio punto di vista.

Capire come gestire i maggiori adempimenti richiesti:

Il TCJA impone ulteriori e rilevanti obblighi in tema di raccolta dei dati, calcolo e presentazione, molti dei quali hanno frequenza trimestrale. Per esempio, con l’introduzione del GILTI, le imprese dovranno predisporre calcoli e dichiarazioni per ciascuna controllata. Se la quantità di informazioni in una dichiarazione dei redditi statunitense prima poteva essere contenuta in 5-6 pagine per ciascuna entità, ora le pagine richieste sono generalmente 12-15.

 

Gianni Bitetti, Partner di Bernoni Grant Thornton, afferma: “La riforma fiscale americana, vista da diversi commentatori come una delle più significative riforme del sistema fiscale americano degli ultimi decenni, ha visto, in particolare, la riduzione dell’aliquota dell’imposta federale sul reddito delle società, passata dal 35 al 21%, il passaggio ad un sistema di tassazione cd. territoriale ed altre previsioni ad hoc (quali la limitazione alla deducibilità degli interessi passivi ovvero una soglia per il riporto delle perdite fiscali). Di converso si è assistito alla cancellazione di tutta una serie di precedenti esenzioni.

Ne consegue che, società italiane con operatività negli Stati Uniti (attraverso una controllata o una branch locale) hanno l’esigenza di comprendere a pieno la portata, a regime, di detta riforma e gli impatti della stessa sul proprio business model, in termini di nuove opportunità ovvero a fronte di un vero e proprio aggravio fiscale rispetto agli scorsi anni. In entrambe le situazioni diverse sono le valutazioni da compiere in un’ottica di proattiva compliance fiscale.”

Il TCJA può potenzialmente portare a un aumento dei ricavi e della liquidità per gli investimenti. Certamente ci vorrà molto lavoro per arrivare ai benefici attesi, oltre che revisioni sistematiche dei sistemi, delle tecnologie e dei processi per assicurare che gli adempimenti siano rispettati.

Per le multinazionali statunitensi o quelle con operazioni negli Stati Uniti è importante guadagnare un vantaggio valutando l’impatto sulle proprie strutture e come gestirlo. Inoltre, è importante guardare al TCJA come a una più ampia occasione per capire se l’attuale gestione fiscale è adatta allo scopo, ed eventualmente per modernizzare i sistemi.