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Brexit: Gianni Bitetti intervistato sui rischi di un no-deal

Gianni Bitetti Gianni Bitetti

Economy - 28 febbraio

Gianni Bitetti, partner di Bernoni Grant Thornton, in un’intervista a Economy, descrive le possibili implicazioni e i possibili scenari in caso di un possibile no-deal.

Riguardo alle possibili implicazioni per il mercato finanziario, secondo Bitetti “prima del referendum nessuno, nel mondo imprenditoriale, aveva immaginato il ‘what if…’. Neppure la industry finanziaria. Si stima che la piazza finanziaria inglese rischi di perdere, a favore del resto dell’Europa, ben 800 miliardi di sterline di financial asset: in buona parte il settore finanziario ha già posto in essere dei veri e propri Brexit plan”.

Bitetti, con riferimento agli effetti sulle normative comunitarie, continua: “Le materie oggetto di regolamentazione comunitaria rischiano di creare un baco normativo, un rischio che per chi fa impresa è incredibile, dall’IVA sia intra che extra UE alla procedura di ‘postponed VAT accounting on imports’ immaginata in caso di un no-deal e agli innumerevoli maggiori oneri di compliance da prevedere per i rapporti d’affari con il Regno Unito”.

Inoltre, secondo Bitetti le aziende non sono pronte, e un tema di particolare rilievo riguarda i dazi. “Siamo la seconda manifattura d’Europa e quindi siamo quelli che potrebbero avere il maggior nocumento dall’hard Brexit. […] L’ipotesi sul tavolo è l’applicazione di dazi sulla base delle regole stabilite dalla World Trade Organization, di cui la Gran Bretagna è membro a prescindere dalla sua appartenenza alla UE, in attesa di rinegoziare le tariffe per singola area di commercio”.

“I fattori che entrano in gioco sono principalmente due: l’eventuale protezionismo che il Regno Unito potrebbe praticare nei confronti dell’Italia con riferimento a determinati prodotti, e la categoria in cui la Wto e l’Ue inserirebbero il Regno Unito, se tra i paesi ‘most favoured’, con cui sono ammesse tariffe e quote agevolate, o meno. In ogni caso lo scenario della Wto impatta sui prezzi, sull’inflazione, sulla sterlina, innescando un circolo vizioso che non vedrà nessun vincitore”.