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Terzo settore

Il vero valore della filantropia

Paolo Besio Paolo Besio

Con la recente riforma del Terzo Settore si mette ordine a un movimento di denaro che in Italia è di oltre 64 miliardi, di cui 9 di sole elargizioni filantropiche. Previste più agevolazioni per i donatori e maggior disciplina per gli organismi non profit.

La filantropia si sta rivelando come uno degli strumenti alternativi di allocazione delle risorse con professionalità specifiche e strategie di intervento capaci di produrre un impatto sociale misurabile e in grado di avviare partnership con il settore corporate e il mondo della finanza.

In Italia la filantropia, intesa come sostegno ad attività socialmente utili attraverso l’erogazione di risorse finanziarie, muove complessivamente 9,1 miliardi di euro, collocando il nostro Paese al terzo posto in Europa dopo Regno Unito e Germania. Di filantropia si parla sempre più spesso anche perché il governo ha provveduto negli scorsi mesi di luglio e agosto alla pubblicazione dei decreti legislativi di attuazione della cosiddetta riforma del Terzo Settore, dando attuazione alla legge delega n. 106 del 6 giugno 2016.

Tra gli enti del Terzo Settore creati dalla riforma rientra la nuova figura degli enti filantropici, ossia quegli enti, oggi prevalentemente costituiti sotto forma di associazioni, fondazioni filantropiche o di comunità, che cercano risorse da destinare a soggetti terzi per il perseguimento di determinati progetti. È un nuovo modello di filantropia strategica che richiede a tutti gli enti senza scopo di lucro di dar conto del proprio impatto sociale e di redigere il proprio bilancio sociale. La riforma ha introdotto novità anche sotto il profilo fiscale per le donazioni a favore degli enti del Terzo Settore.

Paolo Besio, Partner di Bernoni Grant Thornton, intervistato da Patrimoni, ha dichiarato: “il legislatore sta cercando di riordinare la materia aumentando le agevolazioni riconosciute, alcune norme fiscali tra l’altro sono ancora subordinate all’approvazione della Commissione Europea. Io credo si stia procedendo sulla strada giusta, ma si poteva essere più incisivi in termini di benefici per i filantropi, anche se devo aggiungere che la decisione filantropica non è condizionata dalle agevolazioni fiscali”.