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Studio Confcommercio

Il sistema dei trasporti in Italia

Federico Feroci Federico Feroci

Lo Studio della Confcommercio “Riflessioni sul sistema dei trasporti in Italia” evidenzia alcuni interessanti spunti di riflessione, anche dal punto di vista tributario, in merito al sistema dei trasporti e della logistica. Tale sistema è individuabile in un complesso di metodologie che, unitariamente viste, danno origine a un insieme di vettori intermodali rappresentati dai trasporti su gomma, su rotaia, via mare e via aerea.

I principi che regolano le politiche europee sui trasporti si fondano sul “chi inquina paga” ovvero sul “riequilibrio modale”. Quest’ultimo principio tende a ridurre le esternalità negative che conducono alla manifestazione di un costo sociale tale da giustificare l’intervento pubblico. In questa ottica, ai fini di internalizzare i suddetti costi sociali, vengono introdotti obblighi e divieti ambientali ovvero un sistema di tassazione ambientale. Tali strumenti poggiano sul citato principio del “chi inquina paga”.

Il settore dell’autotrasporto di merci in conto terzi in Italia è beneficiario di diverse forme di sussidio per sostenere la competitività del settore e, allo stesso tempo, tentare di non contrastare, ma anzi di favorire, i citati principi del “chi inquina paga” ovvero del “riequilibrio modale”.

La natura e la portata dei sussidi devono essere valutati tenendo in considerazione il consistente contributo in termini di fiscalità indiretta del comparto dell’autotrasporto: a fronte, infatti, di un settore che rappresenta l’1% circa del valore aggiunto e dell’occupazione dell’intera economia, lo stesso versa una quota pari al 6,2% del totale delle imposte indirette. Non si può certamente parlare di un trattamento di favore.

Gli incentivi a sostegno del settore

Le misure di sostegno al comparto dell’autotrasporto varate negli ultimi anni hanno fatto propri i principi comunitari sopra citati e, quindi, al fianco delle tradizionali misure, sono state introdotte misure tendenti ad incentivare l’utilizzo di mezzi di trasporto più “puliti” e meno inquinanti, anche con contributi all’investimento nel parco circolante (veicoli elettrici ed a gas, veicoli euro 6, semirimorchi per il trasporto intermodale e casse mobili), oltre a due innovative misure per la promozione del trasporto combinato ferroviario e marittimo: “Ferrobonus” e “Marebonus”.

Entrambe le misure favoriscono l’intermodalità strada-ferro e strada-mare e sono state introdotte dalla legge finanziaria per il 2016 (art. 1, commi 647, 648 e 649 della legge 28/12/2015, n. 208).

Il Ferrobonus consiste in un contributo (fino ad un massimo di 2,50 Euro a km) per ogni treno-km di trasporto intermodale o trasbordato effettuato ed è rivolto alle imprese ferroviarie e di autotrasporto che si impegnano tuttavia a mantenere determinati volumi di traffico per i successivi 2 anni dal contributo.

Il Marebonus (non cumulabile con altri benefici pubblici), consiste in un contributo per l’avvio di nuovi servizi su determinate rotte o il miglioramento dei servizi esistenti (i.e. migliorare l’impatto ambientale, i servizi di terra, la frequenza del servizio, la sicurezza, la tecnologia ITS, etc.) ed è trasferito obbligatoriamente dalle società beneficiarie alle proprie imprese clienti (al 70-80% ed al 100% se compagnie armatoriali operanti in convenzione con Pubbliche Amministrazioni).

In conclusione, si ritiene che il legislatore italiano debba porre particolare attenzione alle misure incentivanti alla luce (i) della rapida evoluzione delle dinamiche degli scambi commerciali in termini di domanda infrastrutturale, (ii) della indubbia predilezione per il trasporto ferroviario rispetto a quello stradale e (iii) della necessità di migliorare gli strumenti di analisi e di valutazione dell’andamento del traffico e dell’efficacia degli interventi programmati.

Per ulteriori informazioni si prega di contattare Federico Feroci.