article banner
International Business Report

Future of Europe 2018

Europa: una regione in ripresa

I dati dell’ultimo International Business Report (IBR) di Grant Thornton rivelano che l’ottimismo delle imprese nell’Unione Europea si attesta al 60% netto[1] nel primo trimestre 2018. Si tratta del livello di ottimismo più elevato registrato in Europa da oltre dieci anni.

L’evidente senso di fiducia emerge nelle aspettative per il futuro e nella pianificazione di attività. Il 57% delle imprese europee prevede che i ricavi aumenteranno nei prossimi 12 mesi: anche questo è un risultato record. Anche i piani per aumentare gli investimenti in nuovi edifici, in impianti e macchinari e in ricerca e sviluppo sono incrementati.

Ma quanto durerà questa ripresa dell’ottimismo? La storia ci dice che la crescita tende a tornare in cicli e potrebbero esserci dei cambiamenti in atto. La crescita del PIL nell’Eurozona è rallentata allo 0,4% nel primo trimestre del 2018, in diminuzione rispetto allo 0,7% del trimestre precedente.

Le imprese dovranno affrontare le sfide politiche, sociali e tecnologiche, traendo il massimo dalla attuale stabilità economica per investire nella crescita futura. In questo modo potranno avere successo se e quando le condizioni cambieranno.

L’Europa rimane forte mentre lo scenario politico si evolve

L’ottimismo delle imprese europee sta contribuendo a un senso di resilienza malgrado potenti forze politiche come la Brexit e l’integrazione europea. Ma l’aumento del populismo preoccupa le imprese, che non possono ignorarlo quando si tratta di fare piani strategici per i prossimi anni.

Le preoccupazioni per la Brexit sono attenuate

Mancano meno di dodici mesi all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea e la natura esatta della futura relazione Regno Unito-UE è ancora incerta e persino la data precisa dell’uscita è ancora in questione, dal momento che probabilmente ci sarà un periodo di transizione. Ma le imprese stanno affrontando questi temi senza particolari turbamenti.

Una considerevole parte di imprese europee credono che la struttura dell’Unione Europea cambierà dopo la Brexit. Quasi la metà (43%) pensa che si originerà un modello di membership dualistico. Solo il 5% crede che l’Europa si scioglierà, mentre un’impresa su quattro (26%) crede che la Brexit non avrà alcun impatto sull’Unione Europea.

Anche nel Regno Unito emerge una simile prospettiva. Una recente ricerca svolta da Grant Thornton UK mostra che solo il 22% delle imprese britanniche hanno identificato la strategia Brexit come una delle cinque principali barriere alla propria crescita e quasi la metà (47%) di loro sostiene di poterla superare.

Il desiderio di integrazione rimane forte

Nonostante l’imminente uscita del Regno Unito dall’UE, per le imprese europee anche l’integrazione rimane fermamente all’ordine del giorno. Nell’Eurozona, il 65% delle imprese vorrebbe vedere una maggiore integrazione economica europea, percentuale in lieve aumento rispetto al 63% dell’anno precedente. Solo il 35%, invece, vorrebbe una maggiore integrazione politica (in calo rispetto al 44% dello scorso anno). La Germania è l’unico Paese in cui più della metà dei dirigenti d’azienda (63%) vorrebbe una maggiore integrazione politica.

La flessibilità è fondamentale

Le imprese europee sono unite e forti. Tuttavia, il nazionalismo sembra destinato a rimanere una forza nella politica europea. Allo stesso modo, la Brexit darà nuova forma al continente sia dal punto di vista politico che giuridico. Pertanto, le imprese avranno bisogno di essere flessibili nel predisporre le proprie strategie, per potersi adattare a diversi scenari nei prossimi anni.

Nessuna impresa vorrebbe veder diminuire la propria quota di mercato o perdere l’accesso al mercato per aver sottovalutato l’impatto della Brexit o di un cambiamento nella politica di governo. Stabilire o incrementare la propria presenza nei mercati al di fuori dell’Europa può rivelarsi una strategia ragionevole per le imprese che intendono mitigare i possibili rischi derivanti dalle future incertezze in Europa.

L’Europa tiene il passo negli investimenti in tecnologia

L’innovazione tecnologica sta trasformando il modo in cui le imprese pianificano e investono. I risultati dimostrano che le imprese europee se la cavano bene per quanto riguarda gli investimenti in tecnologia, se paragonati a quelle nel resto del mondo.

Sappiamo che la tecnologia cambierà per sempre il modo in cui viviamo e lavoriamo, ma la nostra familiarità con questa consapevolezza non attenua il suo potere.

Le imprese europee riconoscono che investimenti in tecnologia e investimenti nella crescita futura sono sinonimi, anche se tali investimenti non sono gli unici.

In questo contesto, i dati dell’International Business Report di Grant Thornton suggeriscono che le imprese europee stanno tenendo il passo con gli investimenti in tecnologia. Il 42% delle imprese europee intende aumentare i propri investimenti in tecnologia nei 12 mesi successivi al primo trimestre 2018. Questa percentuale è in aumento rispetto al 38% del trimestre precedente.

I tipi di tecnologie disponibili e le loro possibili applicazioni sono vastissimi. Ma una delle aree di opportunità con il più elevato tasso di crescita per le aziende risiede nella Blockchain, utilizzata per migliorare significativamente l’efficienza dei processi di fatturazione, o per riunire i dati delle diverse parti di una supply chain in una piattaforma digitale che offre un modo per tracciare e verificare le attività.

In altri casi, la tecnologia aiuta le funzioni fiscali a operare con meno complicazioni. Se le funzioni fiscali diventano più automatizzate, possono liberare le persone precedentemente responsabili di tali ruoli per spostare verso ruoli più importanti per assistere e influenzare le strategie di business.

Comprendere la tecnologia e le regole

Anche il nuovo regolamento europeo costituisce una importante considerazione. Il General Data Protection Regulation (GDPR), la nuova legge dell’Unione Europea sulla protezione dei dati, è entrata in vigore a maggio di quest’anno. Le imprese devono assicurarsi che la privacy dei dati dei clienti sia conforme al nuovo regolamento.

Il regolamento avrà effetto sulle piattaforme di social media, di cloud computing, sui servizi di geolocalizzazione e su altre tecnologie che la vostra azienda potrebbe usare. Impatterà anche su quelle società che usano piattaforme tecnologiche per vendere e distribuire i propri prodotti e servizi. I clienti di tali società si aspettano una garanzia sulla sicurezza dei dati.

La ricerca IBR mostra che le imprese in tutto il mondo, non solo in Europa, capiscono l’importanza di investire in nuove tecnologie. Pertanto, le imprese europee devono essere in grado di bilanciare bene tanti elementi. Occorre evitare una corsa all’oro e non investire senza un’accurata pianificazione, ma senza rischiare di rimanere indietro e perdere terreno rispetto alla concorrenza.



[1] La percentuale netta la percentuale di ottimisti meno la percentuale di pessimisti