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Editoria: un settore che ricomincia a crescere

Paolo Besio Paolo Besio

Il settore dell’editoria ha subito profondi cambiamenti negli ultimi anni. Se da un lato la crisi economica globale non ha risparmiato le attività editoriali, che non hanno ancora recuperato le posizioni ante crisi, gli operatori del settore stanno registrando, anche grazie alla diffusione dei prodotti e dei sistemi digitali, risultati tali che fanno sperare in un’uscita dal lungo periodo di recessione.

Le imprese e gli addetti del settore in Italia, secondo lo studio (PDF) [681 kb] elaborato dalla Camera di Commercio di Milano, Monza-Brianza e Lodi, sono importanti in numero e sono in crescita. Lo studio riporta i dati per ogni città e regione, con indicazione dei dati più recenti disponibili.

I numeri del settore

In particolare, nel settore media, editoria, tv e video, sono 63 mila le imprese in Italia e 197 mila gli addetti, con un fatturato nazionale che si aggira intorno ai 28 miliardi di euro.

Per quanto riguarda le imprese, il primato spetta a Roma e Milano dove sono registrate rispettivamente 6mila e 5mila società. Seguono Napoli e Torino (3mila) e poi tutte le altre maggiori città italiane, Bari, Firenze, Salerno, Bologna, Catania, Palermo e Genova, con oltre 1000 realtà operanti nel settore.

Lo stesso trend vale anche per gli addetti ai lavori. Il 25% degli addetti nel campo dell’editoria è impiegato in Lombardia, seguono in primis il Lazio (20%), poi il Veneto (9%), l’Emilia Romagna (8%) e Piemonte (6%).

È interessante analizzare i singoli dati, per capire la suddivisione delle imprese nelle diverse categorie: il settore della stampa e riproduzione di supporti registrati ha il maggior numero di imprese; seguono, nell’ordine, le imprese operative nelle attività editoriali, nel commercio di libri, di giornali, di registrazioni musicali e video, nelle attività di programmazione e trasmissione, nelle attività di agenzie di stampa e infine i negozi di registrazioni musicali e video.

Il messaggio che sembra si possa desumere dall’insieme dei numeri pubblicati è positivo: la tecnologia pesa molto sui servizi offerti e le imprese devono competere con i colossi del web, ma la carta stampata, che ha sempre il suo fascino, continua a vendere. Basti pensare che, nel 2017, le case editrici italiane hanno pubblicato 72.059 titoli, in crescita rispetto al 2016 (+9,2%).

Numero di lettori in diminuzione

Nonostante i titoli venduti sembrano stiano crescendo, da uno studio effettuato dall’AIE (Associazione Italiana Editori), il basso indice di lettura costituisce il principale problema di crescita dell’editoria nazionale: gli italiani leggono molto poco, facendo del nostro Paese uno tra quelli del contesto europeo e occidentale in cui si legge di meno.

In sintesi, si vendono più libri ma ad un numero di lettori che è in diminuzione. La sfida per il futuro resta quindi quella di conquistare nuovi lettori, soprattutto considerando che, almeno anagraficamente, appartengono in massima parte alla generazione digitale.

Come fatto in altri settori, sarebbe opportuno introdurre stimoli e agevolazioni all’acquisto.  

Per una parte degli operatori del settore uno stimolo per consolidare la ripresa potrebbe provenire dall’incentivo introdotto dal Decreto Legge n. 50/2017 relativo al credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari. Il credito viene riconosciuto per gli investimenti in campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica, anche online, e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali, effettuati a partire dal 1° gennaio 2018.

Per ulteriori informazioni si prega di contattare Paolo Besio.