article banner
Testimonianza

Era un personaggio dall’indiscutibile fama

Alessandro Dragonetti Alessandro Dragonetti

Ricordo ancora oggi il mio primo giorno di collaborazione con lo Studio Bernoni Professionisti Associati.

Era un lunedì di dicembre (il 9 per l’esattezza), pioveva ed arrivai in Piazza Meda 3 con uno stato d’animo strano: in parte entusiasta per la mia nuova avventura professionale e in parte scettico circa il fatto che una struttura tradizionale potesse trasmettermi i giusti stimoli.

Bastarono pochi minuti per comprendere che ero entrato in un mondo a suo modo unico. Tutto ruotava attorno alla (tanto autorevole quanto ingombrante) figura del fondatore: il Dr. Giuseppe Bernoni.

Questi era un personaggio dalla indiscutibile fama professionale, dotato di grande carisma, una cura maniacale dell’organizzazione (ordine incluso), un senso del dovere con pochi eguali ma un carattere piuttosto particolare.

Difficile trovare la sintonia ma, una volta trovata, molto difficile perderla.

Mi rendo oggi conto di quanto il Dr. Bernoni (“GB” per tutti in Studio) fosse carismatico, al punto che mi ricordo come la sua figura costituisse spesso (quasi sempre) argomento di conversazione anche nelle cene con gli amici. Non c’era infatti un evento conviviale nel corso del quale qualcuno non mi chiedesse: “come sta GB?” … “raccontaci qualcosa”.

Le sue doti e le caratteristiche sopra citate hanno consentito allo Studio di fare un percorso di crescita costante e graduale e, soprattutto, in piena coerenza con i trend evolutivi del mercato di riferimento (i.e. quello delle professioni).

Infatti da studio professionale si è trasformato in associazione tra professionisti (la prima dell’albo dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano), ispirata a valori associativi veri e genuini, in base ai quai gli associati condividono responsabilità e soddisfazioni nel reciproco rispetto e nella comprensione delle singole individualità.

In un momento successivo, su impulso dello stesso Bernoni, lo Studio ha intrapreso la strategia di affiliazione ad un network internazionale, nella piena consapevolezza dell’importanza, per il futuro dello stesso e dei suoi professionisti (sia degli associati che dei “giovani”), che l’appartenenza ad un brand internazionale avrebbe comportato. E così, dopo aver fatto alcune “prove tecniche” partecipando a network minori, lo Studio ha aderito al network Grant Thornton.

Tale scelta è stata accompagnata da una decisione altrettanto lungimirante: dotarsi di giovani fortemente motivati (chiamati amabilmente “talenti”) in grado di accompagnare la prevedibile crescita, tanto dimensionale quanto tecnica. La specializzazione è, infatti, diventata la necessaria conseguenza dell’aver aderito ad un network internazionale.

Il tema è, quindi, diventato come garantire una crescita armoniosa e, al contempo, virtuosa e sostenibile. Questo passaggio è stato affrontato e risolto attraverso il riconoscimento dei valori e delle capacità dei più giovani che hanno indubbiamente beneficiato di una situazione di privilegio (sia sotto il profilo della visibilità che anche sotto quello economico). 

A fronte di tale opportunità i “talenti”, integrati con il passare degli anni, hanno contribuito allo sviluppo dello Studio, dapprima nelle tradizionali linee della consulenza fiscale e, in un secondo momento, nel settore dell’advisory con l’M&A, le due diligence finanziarie, il forensic, le valutazioni, il business risk, l’outsourcing di processo e l’HR.

Logica conseguenza di questa strategia è stata la sostanziale trasformazione dello Studio in società di consulenza.

Tale svolta ha coinciso con la scelta di trasferirsi, dopo oltre 30 anni, da Piazza Meda nel più moderno e funzionale quartiere di Porta Nuova, nel quale è stato lo stesso GB ha identificare e proporre la nuova sede (Melchiorre Gioia 8). Questo passaggio spiega, ancora una volta, la capacità di comprendere la necessità del cambiamento avendo il coraggio di lasciare la propria “confort zone” e cambiando le proprie abitudini.

Quanto precede ha comportato, come facile intuire, numerose scelte, diversi ingressi (sia sotto la forma delle acquisizioni che sotto quella di lateral hires e di ingressi singoli) a fronte dei quali l’organizzazione (oramai non più semplicemente studio) ha dovuto gestire e superare numerose criticità, la maggior parte delle quali mai affrontate prima di quel momento.

Ora, a distanza di sessant’anni dalla fondazione dello Studio, la complessa organizzazione in cui lo stesso si è trasformato è chiamata a confrontarsi con le sfide che il futuro le riserverà (parte delle quali sono già in atto).

La crescente domanda di servizi a contenuto altamente specialistico, molti dei quali ad elevato contenuto digitale, la capacità di assistere il cliente in diverse aree, senza perdere l’unitarietà del rapporto, la gestione delle difficoltà insite nel voler preservare la qualità del servizio in un contesto altamente competitivo, il mantenimento di un clima interno coerente con i nostri valori costituiscono solo alcune delle sfide sopra richiamate.

Tali sfide, per poter essere vinte, necessitano di una costante crescita che dovrà essere conseguita, oltreché nelle tradizionali linee di operatività, anche attraverso la creazione di nuove linee di business quali, ad esempio, quella legal, nonché un sempre maggior focus (i.e. investimento in risorse e tecnologie) sul tema digitale.

Ma la condizione, da noi tutti, considerata essenziale per riuscire a vincere la sfida del futuro consiste nel saper gestire al meglio la più preziosa risorsa a nostra disposizione: le nostre persone.

In tale ambito, ed in continuità con quanto abbiamo cercato di fare sino ad ora, la cura, la crescita (non solo professionale), la formazione, la valorizzazione ed il rispetto (anche sotto il profilo della diversity) dei nostri dipendenti e professionisti rappresenterà sempre il tema di maggiore importanza e, di conseguenza, la sfida nella sfida più importante per il nostro futuro.