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Approfondimento

Le SPAC verso il declino o solo un temporaneo rallentamento?

La SPAC è l’acronimo di Special Purpose Acquisition Company, è un veicolo di investimento, costituito da un team di promotori al fine di raccogliere capitali sul mercato attraverso la quotazione in Borsa.

I capitali raccolti in IPO sono destinati ad essere impiegati per un’operazione di acquisizione di una società target, mediante qualsiasi modalità, inclusa l’aggregazione mediante conferimento o fusione (la cosiddetta “Business Combination”). Al completamento dell’operazione, le azioni della società target saranno quotate in borsa. La SPAC di norma ha un orizzonte temporale di 18-24 mesi per l’identificazione della target e per il completamento della Business Combination, pena lo scioglimento della stessa e la restituzione dei capitali ai sottoscrittori.

L’Operazione di Business Combination deve essere sottoposta all’approvazione dell’assemblea straordinaria degli azionisti. Se l’assemblea non approva l’operazione, i promotori ricominciano la ricerca di una nuova società target o, se il tempo fosse scaduto, liquidano la società e restituiscono i soldi raccolti.

A tutela degli investitori, una volta raccolti, i capitali vengono depositati in un conto vincolato non utilizzabile dagli amministratori senza una delibera dell’assemblea dei soci.

Le prime SPAC in Italia vengono quotate circa dieci anni fa, dieci anni dopo rispetto alle prime quotate sul mercato americano, tra le prime quotate in Italia ricordiamo nel 2011 Made in Italy 1 Spa (che ha raccolto € 50mln e che poi ha acquisito Sesa Spa), poi nel 2013 Industrial Stars of Italy Spa (che ha raccolto €50mln e che poi ha acquisito LU-VE spa), Space Spa (che ha raccolto 130mln e che poi ha acquisito F.I.L.A. Spa), Green Italy spa (che ha raccolto € 35mln e che ha acquisito Prima Vera spa).

Negli USA le SPAC hanno avuto un successo straordinario, nel 2020, per esempio, sui listini statunitensi sono state quotate 250 SPAC che hanno raccolto fondi per 83,4 miliardi di dollari.

Nello stesso anno, le IPO organizzate dalle stesse SPAC hanno raccolto più di 90 miliardi di dollari. Col 2021 questo trend crescente si è arrestato e nel mese di aprile 2021, infatti, le nuove SPAC sono state solo 10, mentre erano state ben 109 nel marzo precedente e 97 in febbraio. Il crollo dei volumi delle IPO può essere spiegato anche col calo del 90% del numero di SPAC che hanno potuto quotarsi negli Stati Uniti nel primo trimestre 2022.

Anche in Italia, fra il 2011 e il 2018 c’è stato uno sviluppo importante delle SPAC. Nel periodo considerato sono infatti state create ben 31 Spac, le quali hanno raccolto circa 4 miliardi di euro di cui poco meno di 3 miliardi sono stati investiti nelle società target. I motivi di questo successo sono diversi.

Innanzitutto, lo strumento è stato visto come innovativo, un processo semplice ed efficiente anche rispetto alle normali quotazioni e a basso rischio in quanto i soldi, fino al momento della business combination, sono depositati su un conto vincolato. Fattore molto importante nel successo delle Spac in Italia è stata anche l’introduzione dei piani individuali di risparmio (PIR) avvenuta con la legge finanziaria del 2016. Tali PIR hanno infatti previsto benefici fiscali per i risparmiatori che investano almeno in parte in PMI, come sono le target delle Spac.

Da qualche anno, tuttavia, la situazione è cambiata e in Italia le nuove Spac sono quasi scomparse dalla scena.

Nel 2019 ve ne è stata infatti solo una che ha raccolto 30 milioni di euro, nel 2020 non ve ne è stata nessuna e nei primi sette mesi del 2021 alla borsa italiana sono state quotate solo due Spac che hanno raccolto complessivamente 358 milioni di euro. Nel febbraio 2022 è stata promossa una SPAC Sustainable Ventures che avrebbe dovuto raccogliere 150mln di euro ma che poi tra guerra in Ucraina e incertezza sui mercati ha deciso di sospendere temporaneamente la procedura di ammissione.

Da un articolo di gennaio 2022 del WSJ sembra che le azioni di metà delle aziende che sono approdate in borsa tramite Spac negli ultimi due anni negli Stati Uniti sono scese del 40% o più dal prezzo di dieci dollari di collocamento, in parte dipende dall’andamento dei mercati azionari, in parte anche dalla tempistica ristretta che gli sponsor hanno per cercare la target e che può portare a fare offerte più generose agli azionisti delle target.

E’ vero che il sottoscrittore in assemblea ha la possibilità di non approvare la business combination e chiedere la restituzione dei soldi, però spesso si affida al giudizio degli sponsor.

In sintesi, le SPAC sicuramente hanno incentivato il mercato delle IPO, hanno aiutato a rendere più efficiente il processo di quotazione ed a portare in borsa aziende interessanti, ovviamente risentono dell’andamento generale dei mercati azionari e dell’esperienza e del know how dello sponsor. Probabilmente dopo una fase di crescita importante questo calo potrebbe essere fisiologico e, quando le condizioni lo permetteranno, le SPAC ritorneranno ad essere un utile strumento per avvicinare il mondo dei mercati finanziari al mondo dell’economia reale.