Comunicato stampa

Torna l’ottimismo delle aziende, soprattutto in Italia

Alessandro Dragonetti
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Secondo Grant Thornton, a livello globale, il 69% delle imprese si dice ottimista su una ripresa economica nei prossimi 12 mesi. Anche in Italia più della metà delle imprese (53%) guarda ad un futuro economico più roseo
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Il balzo di ottimismo del nostro Paese (+20% rispetto al 33% registrato nel secondo semestre 2020) fa ben sperare, era infatti dal 2017 che oltre la metà delle imprese italiane non si dichiarava così fiducioso nell’avvenire

Il 43% delle imprese italiane prevede un aumento dei ricavi nei prossimi 12 mesi (erano il 34% nel 2° semestre 2020), mentre solo il 23% si aspetta una diminuzione. Il 37% delle imprese italiane ha intenzione di assumere nuovo personale nel prossimo anno (+1% rispetto alla media europea al 36%), mentre la media globale sale al 48%.

Secondo l’ultimo International Business Report (IBR), analisi che il network di consulenza internazionale Grant Thornton, effettua a livello globale sui dirigenti di oltre 2500 imprese del mid-market, nei primi sei mesi dell’anno si registra un deciso aumento dell’ottimismo da parte delle aziende italiane (+20% rispetto a sei mesi fa) per quel che riguarda le aspettative economiche per i prossimi 12 mesi, con ben il 53% delle aziende fiduciose sulla ripresa.

La performance italiana supera il trend di miglioramento su scala mondiale (+12%, al 69%), che tocca in ogni caso il livello più alto non soltanto pre-Covid ma dal 2018 a oggi. Anche in Europa si registra un deciso aumento dell’ottimismo che cresce addirittura del 26% rispetto al 2° semestre 2020, con ben il 62% di imprese UE positive sul prossimo anno.

Un quadro di ripresa generale che - secondo Grant Thornton – riflette il clima di maggior fiducia sulle aspettative future delle imprese verso i fattori chiave della crescita economica quali fatturato, redditività e occupazione, e che preannuncia per il business un anno di ripresa e di ulteriore apertura verso l’estero e rivolta a mercati nuovi e inesplorati.

Per quanto riguarda la situazione italiana, il 43% delle imprese italiane si aspetta un aumento dei ricavi nei prossimi 12 mesi, dato in netta crescita rispetto al 34% registrato nel 2° semestre 2020. Al contrario, solo il 23% prevede una diminuzione. Osservando la media globale, sale addirittura al 57% la quota delle imprese che stimano un aumento nei ricavi, in crescita di 12 punti percentuali rispetto al 2° semestre 2020.

Relativamente alle performance delle diverse industries, spiccano TMT (Technology, Media & Telecoms) e Servizi finanziari, tra i più ottimisti (il 77% degli operatori intervistati si è detto fiducioso sui prossimi 12 mesi) e l’Oil & Gas, al contrario, tra i meno ottimisti (lo è “solo” il 47% del comparto).

dragonetti cerchio.jpgAlessandro Dragonetti, Partner e Head of Tax di Grant Thornton commenta: “I risultati del Report ci dicono che nei primi mesi dell’anno le medie imprese del nostro Paese hanno fatto registrare uno dei recuperi più evidenti della fiducia a livello globale (l’ottimismo aumentato in sei mesi di ben 20 punti percentuali) e che lo stato di salute economica è tornato in linea con la media dell'UE.

Ciò rappresenta indubbiamente un segnale di positività ed è dovuto sia alle prospettive aziendali che – passata l’emergenza Covid – si sono evidentemente rafforzate lasciandosi alle spalle diversi ostacoli e preoccupazioni che ne bloccavano la crescita, sia ad una rinnovata volontà delle imprese di aumentare gli investimenti e di espandersi soprattutto all’estero. Il volume delle esportazioni, infatti, dopo aver vissuto un crollo all'inizio della pandemia, è cresciuto costantemente fino a collocarsi oggi al di sopra della media europea.

Anche gli obiettivi in termini di maggiore investimento nelle risorse umane ritengo rappresentino un ottimo segnale per le nostre imprese. Questo ‘nuovo’ scenario di ritrovato ottimismo sarà fondamentale nel processo di identificazione di nuove opportunità per la crescita sia a livello domestico che a livello internazionale.

A tal fine un fattore fondamentale sarà rappresentato dalla capacità di cogliere le opportunità che i programmi governativi a supporto della crisi pandemica hanno istituito. Da ultimo un aspetto da non sottovalutare sarà rappresentato dalla capacità delle imprese di adottare in modo continuativo i processi occasionalmente implementati nella fase emergenziale investendo, quindi, sempre maggiormente nelle soluzioni ad elevato contenuto tecnologico.”